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15 novembre 2021

Trasporto pubblico locale. L’assenza di investimenti e strategie regionali ostacola la strada della ripresa

di Jonatan Montanariello

La vertenza che da lunghi mesi si trascina in Comune di Venezia e che riguarda il servizio di trasporto pubblico locale gestito da Actv è emblematica di una situazione di forti fibrillazioni che investono tutto il settore in Veneto. Se è vero che la pandemia ha acuito le difficoltà, non si può nemmeno dimenticare che l’aria di esasperazione che si respira tanto tra i lavoratori quanto tra i cittadini utenti, deriva anche dall’assenza cronica di investimenti di fonte regionale e di scelte strategiche mirate alla riorganizzazione del vasto fronte del Tpl.
Come gruppo del Partito Democratico chiediamo da anni questi interventi, consapevoli che anche a partire da questo terreno si gioca una partita cruciale per il Veneto del futuro. E’ per questo che oggi ero presente al presidio dei lavoratori Actv in sciopero: la loro battaglia è la stessa dei cittadini che hanno diritto a un servizio pubblico degno di questo nome, peraltro in una città visitata da milioni di persone ogni anno, e all’altezza di un Veneto che non può ambire alla tanto decantata ripresa se non è in grado di assicurare una mobilità dagli standard elevati.
Per giungere a questo bisogna garantire innazitutto la continuità occupazionale e rafforzare gli organici che sono sottodimensionati. A Venezia i sindacati e i lavoratori hanno fatto la propria parte, accantonando momentaneamente parte del loro stipendio integrativo. Ora tocca all’azienda e al Comune di Venezia: l’accordo va trovato in ogni modo. Nel frattempo però, la politica e il governo regionali hanno il dovere di spingere per il ribaltamento vero di uno scenario che penalizza pesantemente cittadini e lavoratori in termini di qualità della vita e rappresenta una zavorra sulla strada del rilancio.