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16 settembre 2021

‘Mal’aria’: Dal dossier di Legambiente emerge ancora tutta l’inadeguatezza del Veneto

di Andrea Zanoni

Nessuna novità positiva. Si possono sintetizzare così i contenuti del rapporto annuale di Legambiente ‘Mal’aria’, resi noti in questi giorni. Ancora una volta il Veneto si trova infatti in vetta per lo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Basti pensare che ad oggi sono già quattro i capoluoghi veneti che hanno superato la soglia massima dei 35 sforamenti annui: Verona e Venezia, al primo posto in Italia con 41 giorni ‘fuori limite’, quindi Vicenza a 40 e Treviso con 38. Ma presto si aggiungeranno anche Padova e Rovigo, ferme a 35. È una storia che si trascina da anni, con misure inadeguate da parte delle istituzioni, a cominciare dalle Regione.
L’Italia e il Veneto continuano a scherzare col fuoco: oltre al danno per la salute dei cittadini, a breve rischiamo anche la beffa di multe salatissime. Nel 2018 dalla Corte di Giustizia dell’Ue è arrivata una seconda condanna per l’Italia, dopo quella del 2012, per la violazione sistematica tra il 2008 e il 2017 della Direttiva sulla qualità dell’aria in riferimento ai valori limite di Pm10. Urgono dunque misure efficaci, non palliativi, coordinate a livello regionale. Invece finora è mancata una regia unica, con i sindaci lasciati soli a dover decidere, con provvedimenti scoordinati o addirittura in contrasto fra loro e quindi inefficaci. Ci vorrebbero inoltre maggiori risorse per incentivare i cittadini a rottamare le vecchie auto inquinanti e le stufe a legna e bisognerebbe potenziare il trasporto pubblico acquistando mezzi elettrici. Finora è stato fatto troppo poco sia dalle Regioni che dallo Stato. Serve un intervento europeo per un cambio di rotta. Europa a cui mi sono rivolto anche io nel 2019, presentando una denuncia alla Commissione per l’ennesima violazione della Direttiva sulla qualità dell’aria con relativa emergenza sanitaria.