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“I ripetuti eventi franosi che si sono verificati recentemente devono indurre ad un ripensamento della ciclovia del Garda. È mettere al vaglio tutte le possibili alternative se non si vuole mettere a repentaglio l’incolumità di chi fruirà di quest’opera”.

A dirlo è la consigliera regionale del Pd Veneto, Anna Maria Bigon, che nelle scorse settimane aveva presentato un’interrogazione sul tema.

“Ancora non ho ricevuto risposta dalla Giunta, ed è incredibile che da parte della Regione non ci siano segnali della volontà di riflettere sui rischi evidenti. Nello stesso decreto del Ministero delle infrastrutture si evidenzia come il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale e imprescindibile. In fase di progettazione deve essere esaminato tutto il tracciato della ciclovia, evidenziando punti o tratti potenzialmente pericolosi per la percorrenza ciclabile, per i quali dovrà essere predisposta una analisi del rischio”.

“Il progetto iniziale della ciclovia – prosegue l’esponente dem – non era finalizzato a costruire opere faraoniche e costose ma a collegare i tracciati già esistenti tra di loro per favorire un turismo diverso, lento, rispettoso dell’ambiente e della cultura del territorio. Per fare questo è necessario confrontarsi con le comunità locali e scegliere le priorità su cui investire. A partire dal collettore che richiede grandi e urgenti risorse per lavori di ristrutturazione straordinaria e di completamento”.

“Ascolto dei territori, sicurezza, intermodalità, rispetto dell’ambiente, visione lunga sullo sviluppo del turismo locale, e priorità politiche sulla allocazione delle risorse disponibili: questi – conclude Bigon – sono i criteri che dovrebbero spingere la Regione a confrontarsi con i problemi reali anziché sfuggire alle responsabilità politiche che la delicatezza dell’ambiente e del territorio richiedono.