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“Con il lavoro svolto da questa commissione d’inchiesta è stato compiuto un atto istituzionale doveroso, rispettoso della dignità di chi ha perso la vita nei terribili mesi che hanno segnato soprattutto la seconda ondata della pandemia in Veneto e degli operatori sociosanitari che hanno sacrificato tutta la loro vita per tutelare la salute altrui”.
In occasione della chiusura dei lavori, questo il commento di Francesca Zottis, presidente della Commissione speciale d’inchiesta sull’andamento in Veneto dei contagi e dei decessi da SARS-CoV-2 durante la pandemia con particolare attenzione alla seconda “ondata”.
“Quella fu una tragica quanto imprevedibile fase. Ma, nel tirare le somme, la commissione ha anche fatto emergere le fragilità del sistema sanitario. Fragilità che hanno pesato fortemente sul sistema Veneto. Carenze, in termini di mezzi e investimenti, che richiedono oggi risposte e soluzioni incisive. L’auspicio è che il Consiglio e la Giunta regionale accolgano le critiche e le proposte fatte, investendo concretamente e completando così un lavoro che ha come approdo finale il miglioramento della nostra sanità. Un bene primario e comune irrinunciabile”.
Da parte sua Vanessa Camani, presentatrice della relazione di minoranza, evidenzia che “i numeri di contagi, ricoveri e decessi che hanno travolto il Veneto a cavallo tra l’autunno 2020 e l’inverno 2021 sono impressionanti: 8.282 morti da ottobre a marzo. Peggio di noi solo la Lombardia, con 13 mila decessi ma con il doppio della popolazione. Le misure adottate dalla Regione Veneto in quei mesi non sono state oggettivamente sufficienti per contenere la diffusione del virus. Malgrado questo bilancio disastroso e gli appelli di scienziati e organizzazioni sociali – osserva in conclusione l’esponente dem – il presidente Zaia non ha mai spiegato perché, non abbia mai voluto assumersi la responsabilità politica di adottare misure di contenimento più stringenti, unico vero antidoto contro la pandemia”.