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“Sull’addizionale Irpef stiamo assistendo ad un balletto surreale da parte di Zaia: prima il presidente annuncia l’introduzione, poi si copre le spalle con un confronto tutto esterno che ha visto la gravissima esclusione del Consiglio regionale, ed ora si esibisce con un de profundis sostituito dall’ipotesi di una tantum a scopo sociale e dall’immancabile appello per aiuti da Roma. La confusione domina sovrana ma ha una sua logica: Zaia rifiuta di assumere decisioni, pur di fronte all’emergenza determinata da rincari e inflazione”.

Il giudizio è degli esponenti del PD Veneto, il capogruppo Giacomo Possamai insieme a Vanessa Camani, in veste di vice presidente della commissione Bilancio, a seguito della seduta di ieri della Prima Commissione e delle dichiarazioni di oggi del Presidente Zaia.

“Noi siamo sempre stati favorevoli alla concertazione delle scelte politiche con le parti sociali, ma questa è una concertazione che sembra più che altro uno scaricabarile: dire che si introdurrà l’addizionale IRPEF solo con l’unanimità delle categorie e dei sindacati vuol dire tentare di addossare sugli altri le responsabilità di una scelta che dovrebbe essere politica. Non mettiamo in discussione il senso politico ed istituzionale che ha avuto il confronto con le realtà venete della rappresentanza. Ma se questo passaggio è da un lato l’unico parametro di scelta da parte di Zaia e se, contemporaneamente, il confronto non si realizza nella sede deputata, ovvero nelle audizioni di commissione, allora siamo decisamente e pericolosamente fuori strada. Siamo di fronte ad una volontà di escludere il Consiglio: dunque all’inefficienza si somma la scorrettezza istituzionale”.

Secondo Camani e Possamai “tutto questo accade nel pieno di uno scenario di fortissime incertezze sociali che richiederebbe invece chiarezza, capacità di analisi e di intervento. Si naviga invece al buio. Il Veneto ancora una volta rischia di non essere in grado di aiutare chi ne ha più bisogno in un momento di gravissima difficoltà, per la paura di chi lo governa di assumersi questa responsabilità: lo stesso è accaduto anche durante il momento più duro della pandemia Covid-19, quando le altre regioni affiancarono aiuti propri ai ristori nazionali mentre il Veneto non fu in grado di farlo proprio a causa delle ristrettezze del suo bilancio. Chiediamo dunque che tutta la discussione venga riportata all’interno del Consiglio dove le diverse parti, sociali ed economiche, avranno modo di esprimere le loro posizioni in sede di audizione. Questo è il giusto modo di procedere, non il balletto imbarazzante cui stiamo assistendo”.