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“L’inadeguatezza del piano strategico di settore lo aveva fatto intendere: ora, dopo il boom del ponte pasquale, viene riconfermato che la Regione sta svolgendo un ruolo totalmente passivo nella gestione del turismo”.

A dirlo la consigliera regionale e vice capogruppo PD Veneto, Vanessa Camani.

“La ripresa vertiginosa dei flussi di visitatori e vacanzieri nelle nostre città è indiscutibilmente un fatto positivo. Ma il fenomeno non può essere abbandonato a se stesso perché, a cascata, incide su una molteplicità di ambiti, da quello dei trasporti a quelli della tutela del patrimonio naturale e culturale, senza tralasciare l’importanza delle politiche occupazionali in grado di creare nuovo lavoro”.

“Se la visione che la Regione ha del turismo è quella della gallina dalle uova d’oro, non serve avere un assessorato: basta lasciare ogni delega al mercato. Ma le cronache ripropongono per l’ennesima volta uno scenario dove è palpabile la dimensione di un turismo invasivo e non sostenibile, privo di ogni regolamentazione. Emblematico in questo senso il caso di Venezia, con le dichiarazioni cerchiobottiste di Zaia che di fronte alla necessità di regolare i flussi si limita a dire che sarà il sindaco a decidere le modalità”.

“Non solo: se questa è la linea politica, arrendevole e da spettatrice, della Giunta regionale, si rinunci pure all’osservatorio sul turismo. Uno strumento che doveva servire a monitorare puntualmente gli andamenti per trovare risposte gestionali efficaci. Ma che da mesi non viene aggiornato: tempo e risorse sprecate. Davvero un modo inadeguato di rispondere, al di là dei grandi eventi, al dovere di attuare le politiche pubbliche”.