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27 ottobre 2021

Sistema giudiziario in Veneto. Zaia non può fare da spettatore

di Andrea Zanoni e Francesca Zottis

Occuparsi di giustizia è un dovere politico ed istituzionale, che va oltre le strette competenze. Nel Veneto, colpito nel profondo dai crac bancari degli ultimi anni, non è accettabile un ruolo di spettatore da parte di chi guida la Regione. Non lo è nei confronti dei cittadini e delle imprese che hanno subito perdite e tracolli drammatici. E non può esserlo in generale, a fronte di un sistema giudiziario che presenta evidenti falle, per carenze strutturali, in un territorio che vive allarmanti fenomeni di illegalità, a cominciare dalle infiltrazioni mafiose.
L’ultima conferma è venuta con la prescrizione del reato di aggiotaggio nel processo che riguarda Vincenzo Consoli, ex numero uno di Veneto Banca. Un fatto grave, peraltro prevedibile, che il procuratore di Treviso Massimo De Bortoli ha giustamente definito “una sconfitta per lo Stato”. Non servono particolari analisi per poter affermare che senza risorse e personale è impossibile garantire giustizia ai cittadini. Il caso di Treviso non è però isolato: il procuratore Antimafia Cherchi, audito a giugno in commissione Legalità, aveva sottolineato come il numero di magistrati non fosse proporzionato al peso economico e alla realtà imprenditoriale del Veneto.
Malgrado i ripetuti segnali, Zaia non ha dato segnali di sufficiente attenzione. Le battaglie utili ai cittadini non sono solo quelle per i riconoscimenti Unesco contro il Prosek croato. Si sono trovati 6 miliardi per il Mose, si spenderanno 12 miliardi per la Pedemontana Veneta, si vogliono spendere 80 milioni per la pista da bob, ma non si trovano quei pochi fondi utili per far funzionare la giustizia in Veneto. Ci appelliamo nuovamente a tutti i deputati veneti e soprattutto al presidente del Veneto affinché si interessino della questione, chiedendo maggiori fondi per la giustizia così da garantire organici adeguati alla magistratura. Altrimenti diventerà sempre più consuetudine concedere ‘regali’ a chi calpesta le regole e commette reati.