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“A dispetto dei proclami sull’autonomia, e a differenza di molte altre Regioni che hanno impugnato il provvedimento, la Giunta Zaia non si è opposta in alcun modo alla scelta del Governo Meloni di procedere sulla strada del dimensionamento scolastico, con la riduzione del personale apicale e delle segreterie. Un’operazione destinata ad incidere negativamente su un settore già fortemente penalizzato”.

La presa di posizione è dei consiglieri regionali del PD Veneto che, con Jonatan Montanariello in veste di primo firmatario, hanno presentato una mozione sul tema. Al centro, il decreto interministeriale 127 emanato il 30 giugno scorso, collegato alla legge Finanziaria 2023. “Per l’anno scolastico 2024/2025 si prevede in Veneto la riduzione dell’organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi a 560 unità, a fronte delle attuali 592, per arrivare nel corso triennio 2024/2027 a 550”.

Montanariello e i colleghi dem ricordano che “sono le Regioni che definiscono gli indirizzi di programmazione e i criteri generali per il dimensionamento della rete scolastica, nonché per la programmazione dell’offerta formativa attraverso specifiche linee guida. Proprio per questo motivo le Regioni Puglia, Emilia-Romagna, Toscana Campania hanno sollevato una questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale. E altre ancora hanno espresso contrarietà al decreto, in sede di Conferenza Stato-Regioni. Invece il Veneto ha accettato supinamente il tutto. Ed ora, dopo che sono pervenute solo 7 proposte di fusione elaborate dalle amministrazioni locali, a fronte della prevista riduzione di 32 autonomie per l’anno scolastico 2024/2025, la Regione sta procedendo al dimensionamento delle istituzioni scolastiche, con scadenza fissata entro il 30 novembre”.

La mozione impegna dunque la Giunta regionale “a sospendere l’iter del provvedimento che dispone la riduzione delle istituzioni scolastiche, in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale”.