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“La testardaggine della Giunta nel voler approvare, senza mediazioni, senza ascolto reale e a tutti i costi, un provvedimento che ha mostrato tutti i suoi limiti normativi e costituzionali, ha moltiplicato il ritardo nel dare risposte efficaci alle tante falle del sistema sanitario regionale. L’impugnativa del governo sull’ordinamentale della sanità segna uno stop le cui colpe sono tutte a carico di chi ha voluto procedere come un caterpillar per dimostrare un’efficienza di facciata. Ora gli stessi autori di questo grave quanto prevedibile passaggio a vuoto, dicano come intendono procedere. Perché nel frattempo le emergenze viaggiano ad una velocità che richiede misure valide e non questa gestione fallimentare”.

La presa di posizione è delle consigliere regionali del PD Veneto e componenti della Commissione Sociosanitaria, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis.

“Il governo ha puntato l’indice sul fatto che il provvedimento veneto introduceva nel sistema un’erogazione di prestazioni sanitarie di livello non adeguato, in particolare assegnando 1200 pazienti a un medico non specializzato ma semplicemente iscritto al secondo anno del corso di formazione in Medicina Generale. Sostanzialmente non veniva garantita qualità e sicurezza per l’utenza, cosa che avevamo sottolineato presentando un emendamento, bocciato dalla maggioranza, che escludeva l’impiego nei servizi di emergenza-urgenza degli specializzandi iscritti al primo anno”.

“E non è vero, come sostengono, che questa impugnativa fa emergere problemi generali per tutte le Regioni. Cosa vuole fare adesso la Giunta? È doveroso avere un immediato chiarimento in proposito: si vuole perdere altro tempo con altre battaglie legali oppure mettersi al lavoro, in un confronto serrato e costruttivo con le categorie della sanità, comprese la commissione competente e le opposizioni, per adottare le migliori soluzioni possibili in grado di fronteggiare le carenze croniche di personale? Peraltro – concludono Bigon e Zottis – siamo nel pieno di nuove forme virali che stanno crescendo in parallelo al Covid. Non c’è altro tempo da perdere”.