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“Il Veneto si conferma un’eccellenza nazionale per la raccolta differenziata e la quantità di rifiuto residuo non riciclabile conferito in discarica o inceneritore. Purtroppo, però, rimane la differenza, ormai insostenibile, di performance ambientali tra le varie province a dimostrazione che manca una efficace politica regionale in tema di pianificazione della gestione dei rifiuti, tutto viene lasciato ai singoli Comuni”. Queste le parole del consigliere del Partito Democratico Veneto Andrea Zanoni a margine della presentazione, oggi in Seconda commissione, del report annuale sulla gestione dei rifiuti urbani e speciali riguardante il 2020 su cui c’è stata l’astensione del PD.

“Per quanto riguarda la produzione di rifiuti urbani la media è 456 chili procapite, ma abbiamo situazioni fuori scala a Rovigo con 532, Padova centro a quota 537, Venezia con 529 e Verona a 501. Al capo opposto la Destra e Sinistra Piave della provincia di Treviso rispettivamente con 379 e 365, con dati migliori agli obiettivi del Piano, 420 chili per abitante. Anche per la raccolta differenziata – prosegue – il discorso è analogo. La media regionale è del 76,1%, con destra Piave (89,7%) e sinistra Piave (86,8%) particolarmente virtuose, mentre Verona e Padova sono ferme al 54,5% e 63,2%. Infine i numeri sulla produzione di rifiuto residuo. A fronte di una media di 109 kg per abitante, troviamo Padova con 199 Rovigo a 145 e Verona città con addirittura 229 chili, sul versante opposto Belluno con 69, la Sinistra Piave 46 e la Destra Piave 42; in questo caso arriviamo addirittura al 600% di differenza tra i più virtuosi e gli ultimi in classifica”.

“I dati sono la prova che è il sistema di raccolta a determinare la quantità di rifiuto. Più si differenzia, maggiore è la consapevolezza dei cittadini e meno spazzatura si produce.  Non si tratta di pigrizia dei cittadini o mancata volontà di impegnarsi nella raccolta porta a porta: dove il sistema funziona la risposta è buona”.

“Le performance diversificate – attacca poi il consigliere democratico – mostrano come tutto dipenda dai Comuni e dalle reti consortili locali confermando ancora una volta la totale inesistenza o peggio inefficacia delle politiche regionali. È indispensabile modificare in fretta obiettivi e strategie, perché come illustrato stamani in Seconda commissione, abbiamo sei anni disponibili dopo i quali si andrà a saturazione delle discariche disponibili. Il residuo stimato è 2,9 milioni di metri cubi negli impianti di Cortina, Este, Sant’Urbano, Villadose, Jesolo, Grumolo delle Badesse e Legnago. La Giunta deve prendere in mano il piano dei rifiuti per arrivare a un’uniformità di risultati, esportando nelle aree rosse le buone pratiche di quelle verdi. Oggi va a incenerimento l’8% dei residui e il 4% finisce in discarica. Se non vogliamo che queste percentuali aumentino bisogna cambiare politica. La Regione non si limiti a raccogliere i dati e a dire ‘siamo i più bravi d’Italia’.  Abbiamo ancora degli ampi e importanti margini di miglioramento, non possiamo permetterci di dormire sugli allori”.