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“Dal ‘libro dei sogni’ di un tempo, il Piano triennale delle opere pubbliche è diventato un documento striminzito ed evasivo. Troppi interventi sfuggono all’esame di Consiglio e della Commissione a cui dovrebbero essere trasmessi gli elenchi di presa d’atto della Giunta sui lavori che non sono di diretta competenza, così come sarebbe utile avere un rapporto periodico di monitoraggio; avevamo presentato un ordine del giorno in tal senso, con una rendicontazione semestrale, ma è stato respinto. Sono questi i motivi dell’astensione, non siamo certo contrari alle priorità indicate nel Piano, specialmente per quanto riguarda la difesa del suolo, con 68 opere per 132 milioni di euro”. È quanto dichiara, motivando il voto dem, il consigliere regionale Jonatan Montanariello, relatore di minoranza della Pda licenziata questa sera dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini.

“Balza però all’occhio come su trasporti multimodali e altre modalità di trasporto siano previsti appena sette interventi per 16,3 milioni di euro. È singolare perché allo Stato chiediamo soldi su piste ciclabili e mobilità sostenibile, 400 milioni nel Pnrr, quando tocca a noi invece gli dedichiamo appena il 7% delle risorse del Triennale. Anche sui beni culturali ci sarebbe da ridire: dieci interventi per un totale di 3,7 milioni, di cui nove riguardano i Palazzi regionali. Era lecito aspettarsi qualcosa in più e di diverso, considerato che il Veneto ha due città tra le finaliste per la Capitale della cultura 2024”.

“Ma la cosa che preoccupa maggiormente – sottolinea – sono le due tipologie di interventi che nel Piano non visualizziamo. Quelli con soggetti terzi come stazione appaltante, da Azienda Zero ad Ater passando per Veneto Acque e Veneto Strade e quelli a gestione commissariale che sono tanti, dall’emergenza Pfas a Vaia solo per fare due esempi. Facendo un rapido conto, almeno tre quarti dei lavori pubblici promossi e messi in campo da questa Regione che sfuggono, nel senso formale, a un esame e a un’approvazione del Consiglio o della Commissione. E non stiamo parlando di spiccioli, ma di opere che valgono milioni di euro”.