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Oggi è stata discussa in aula la mozione presentata dal capogruppo Giacomo Possamai che chiedeva di ripristinare l’esenzione dal pagamento del pedaggio della Superstrada Pedemontana per i residenti dei 70 comuni per cui era già stata prevista la gratuità.

La maggioranza l’ha bocciata, segnale pessimo che rappresenta non solo l’ennesima sconfessione di quanto era stato promesso in origine ma che fa capire come non vi sia nemmeno la volontà politica di venire incontro alle richieste dei territori.

Proprio l’altro giorno, in occasione dell’inaugurazione del tratto Montebelluna-Spresiano, avevamo ricordato con Andrea Zanoni come “Zaia continua a tagliare nastri di quest’opera, ma per rendere davvero vantaggiosa e utile questa superstrada, dovrebbe pensare a tagliare i pedaggi per pendolari, artigiani, commercianti che sono già gravati dall’aumento del carburante e non possono sostenere le tariffe più costose d’Italia”.

Attualmente la Pedemontana risulta essere infatti uno dei tratti stradali più cari d’Italia, con un pedaggio di quasi 16 centesimi a chilometro. Basti pensare che rispetto allo scenario ipotizzato nel 2010 non solo è stata cancellata l’esenzione, ma i 10 euro che all’epoca venivano considerati eccessivi per percorrere tutti e 94 i chilometri della Pedemontana oggi bastano a malapena per percorrere il tratto già aperto da Malo a Montebelluna. Insomma, le condizioni nel tempo sono diventate peggiorative e in più si è registrata una progressiva chiusura rispetto alle attese delle comunità residenti, alle quali non viene riconosciuta nemmeno una minima forma di agevolazione a compenso dei disagi subiti per la realizzazione dell’opera.

“Il dibattito di quest’oggi – sottolinea Possamai – ha rivelato come la maggioranza voglia cancellare con un colpo di spugna le promesse fatte, giustificando il tutto con le modifiche intervenute nel tempo, peraltro doverose nell’ottica della compatibilità. Resta il fatto che i costi dell’opera e le condizioni contrattuali molto onerose non possono essere pagate fino in fondo da territori che hanno già ampiamente dato. La demagogia l’ha fatta in questi anni chi ha fatto promesse a vuoto e rischia per giunta, in caso di traffici e introiti insufficienti, di dover imporre a tutti i veneti una tassa per rientrare da un’esposizione altrimenti non recuperabile, pari a 160 milioni di euro per 39 anni, vale a dire 6,2 miliardi. Il riconoscimento di esenzioni o di riduzioni consistenti del pedaggio ai residenti resta un dovere di lealtà al quale la politica e l’istituzione regionale non possono sfuggire: continueremo questa battaglia”.