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“Gli obiettivi di una espansione del lavoro femminile e di una crescita della natalità non possono essere ridotti a ‘fattori di convenienza economica’. Pensare, come fanno la Premier e il ministro dell’Economia, che possano essere raggiunti esclusivamente con la leva fiscale o attraverso un bonus famiglie che esenti dal pagamento delle tasse chi fa figli, appare quantomeno riduttivo”.

La presa di posizione è della consigliera regionale del PD Veneto, Vanessa Camani.

“Certamente incentivare l’occupazione femminile e contrastare la denatalità sono obiettivi condivisibili ma è sbagliato pensare a queste due questioni come due elementi disgiunti.
Prima ancora degli incentivi, serve che le donne possano scegliere un lavoro di qualità, stabile, possibilmente a tempo pieno e degnamente retribuito, quantomeno al pari di quello maschile. E siccome lavoro fa rima con figli, solo garantendo questo modello di occupazione femminile si innescherebbe di conseguenza il meccanismo virtuoso dell’aumento della natalità, perché una donna che lavora è piu predisposta ad avere figli.

Secondo Camani, “al contempo si deve investire nei servizi di cura e nelle infrastrutture sociali, perché se ad esempio lo stipendio percepito da una donna è più basso della retta del nido per i figli, la scelta di rinunciare al lavoro sarà obbligata. Naturalmente, queste sono battaglie di civiltà che dovrebbero essere perseguite per contribuire a costruire una società più giusta e non come ricetta per evitare la “sostituzione etnica”.