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“La notizia non ci rallegra, anzi è pessima. Perché rappresenta un’occasione fallita per il Veneto, che poteva ricevere dalle Olimpiadi invernali 2026 una linfa positiva. Ma troppi sono stati gli errori e l’ostinazione nel procedere a testa bassa su un progetto, quello della nuova pista da bob, che ben presto si era rivelato un vicolo cieco. E non c’è dubbio che il primo responsabile di questo fallimento totale sia Luca Zaia”.

Il giudizio è della capogruppo del PD Veneto, Vanessa Camani, assieme ai colleghi Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis e Chiara Luisetto. Questo, alla luce della comunicazione ufficiale data dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai, circa la decisione del Governo di porre lo stop al progetto per la nuova pista da bob di Cortina d’Ampezzo.

“Zaia ha giocato tutte le sue carte, per sua stessa ammissione, su questa pista. Un’operazione che, se da un lato è stata proficua nel far prevalere la candidatura cortinese, subito dopo si è rivelata una presa in giro. Nei confronti del CIO e del sistema veneto. Dopo il trionfo, il nulla: in un crescendo di evidenti ritardi, di costi faraonici, di incompatibilità ambientali e di elementi che alla fine hanno trasformato quest’opera in una trappola, anche dal punto di vista imprenditoriale, e non di certo in una opportunità”.

Secondo i dem, “si tratta di un lampante esempio di dilettantismo dell’era Zaia. La spia eloquente di un metodo pressapochista che il presidente però adotta in ogni ambito. Un metodo finalizzato più alla sua immagine che al bene della Regione. Basti pensare alle voragini economiche sul fronte della Pedemontana così come al sistema sanitario ormai allo sfacelo per colpa di una gestione gravemente deficitaria. La pista da bob insomma svela un volto reale, coperto da anni da una finta maschera di efficienza”.