Salta al contenuto principale
“Il ricorso all’utilizzo dei cosiddetti medici ‘a gettone’, professionisti sanitari ingaggiati da cooperative che prestano servizio presso le strutture ospedaliere del Sistema Sanitario Nazionale, con contratti a chiamata, è una pratica rischiosa per i pazienti. Sia perché mancano meccanismi di selezione del personale, sia perché questi medici vengono reclutati proponendo la copertura di turni sfiancanti, della durata minima di 12 ore, spesso all’interno dei servizi di Pronto Soccorso degli ospedali. Tutto questo, peraltro, con costi esorbitanti per la sanità pubblica, visto che per un’ora di servizio si arrivano a pagare tra i 65 e i 90 euro. Una china da fermare urgentemente”.

A dirlo le consigliere regionali del PD Veneto e componenti della Commissione Sociosanitaria, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, prime firmatarie di un’interrogazione sottoscritta dai colleghi dem Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni.

“Siamo dunque di fronte ad una pericolosa e costosa scorciatoia, individuata per ovviare alla mancanza di investimenti in grado di garantire un adeguato turn over del personale che è andato in pensione o che, soprattutto in coincidenza con la pandemia e con turni massacranti a bassa remunerazione, ha preferito abbandonare la sanità pubblica indirizzandosi verso il privato”.

Le esponenti dem evidenziano nel testo che “l’assenza di norme ministeriali che dettino ai direttori generali delle Aziende sanitarie le regole per la predisposizione dei bandi di gara relativi ai servizi esternalizzati. Molto spesso l’unico criterio di assegnazione è rappresentato dal minor costo e nella maggior parte dei casi si reclutano medici alle prime armi, la cui specializzazione non sempre coincide con quella dei reparti in cui si trovano a operare. Il Veneto risulta essere, fatto emerso anche da inchieste giornalistiche, tra le Regioni più coinvolte in questa allarmante prassi: in particolare spiccano i servizi di Pronto Soccorso delle province di Vicenza e Treviso”.

Di qui le domande poste dai consiglieri attraverso la loro interrogazione circa le intenzioni dell’assessore alla Sanità e della Giunta di “promuovere una riforma strutturale del SSN che abbia come obiettivo primario l’assunzione, nel più breve tempo possibile, di un congruo numero di medici”. E, accanto a questo, di “intervenire per porre regole più stringenti alle cooperative a cui viene affidato il reclutamento di medici”.