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“Non si può ignorare il grido di dolore e la richiesta di solidarietà delle donne iraniane, che affrontano coraggiosamente in prima linea le forze di polizia, forti del loro desiderio e della loro rivendicazione di libertà e di dignità per superare discriminazioni ed oppressione. La loro lotta, in favore della libertà di essere semplicemente delle persone e, in quanto tali, libere e meritevoli di ogni rispetto, va sostenuta ad ogni livello. Anche dall’istituzione regionale”.

Questo il contenuto di una risoluzione presentata dalle consigliere e dai consiglieri di opposizione a Palazzo Ferro-Fini, Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Erika Baldin, Cristina Guarda, Arturo Lorenzoni, Elena Ostanel.

Nel testo viene ricordata la vicenda di Masha Amini, la ventiduenne “arrestata dai reparti di polizia morale perché a loro dire andava ‘rieducata’, dato che indossava male il velo facendone fuoriuscire una ciocca di capelli, e morta a distanza di poche ore nel reparto medico del centro detentivo in cui era stata trasferita. Nelle grandi città iraniane si assiste alla rivolta di donne e uomini di ogni età. Oggi le donne iraniane manifestano al grido di “Donna, Vita, Libertà” liberandosi del velo e tagliandosi i capelli anche nel ricordo di Hadith Najafi, a sua volta uccisa durante le prime proteste di piazza perché aveva sfidato la polizia morale togliendosi il velo e legandosi i capelli. Non si tratta di opposizione ideologica o politica, ma della richiesta di libertà ed emancipazione delle donne che hanno trovato la forza di scendere in piazza per rivendicare i loro più elementari diritti”.

La risoluzione dispone infine la trasmissione dell’atto al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per gli Affari Esteri.