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Da Il Giornale di Vicenza
intervista di Roberta Labruna 
L’Europa e l’Ucraina viste dal Veneto hanno una prospettiva diversa a seconda di chi guarda. E la prospettiva del capogruppo del Pd in Regione Giacomo Possamai è molto chiara su torti, ragioni e posta in gioco.
Il capogruppo leghista Alberto Villanova ha elogiato l’Europa per come si sta muovendo sull’Ucraina, mentre il collega di partito Roberto Ciambetti ha detto l’opposto. Chi ha ragione?
Sono contento che una parte della Lega stia dimostrando l’onestà intellettuale di leggere i fatti per quello che sono: l’Unione europea in questi ultimi quindici giorni ha fatto, su politica estera e difesa comune, più passi avanti di quanti non ne abbia fatti in quindici anni. Finalmente abbiamo visto un’Europa che ha saputo reagire compatta. Questo approccio mi ha ricordato, per certi versi, la seconda fase di reazione al Covid quando, dopo i tentennamenti iniziali, si sono prese decisioni sagge e coraggiose, come l’emissione di debito comune, che è servito in parte a finanziare il Pnrr. Ecco, io credo che adesso la chiave sia quella di trasformare le misure economiche e di politica estera prese a fronte di situazioni di emergenze in misure stabili e continuative.
Ma l’Europa ha sottovalutato la minaccia di Putin?
In parte sì. Una fetta rilevante della politica europea ed italiana ha flirtato con lui, ricordiamoci ad esempio che Salvini se ne andava in giro con la maglietta di Putin.
Anche i Cinque stelle, oltre ad essere filo-cinesi, hanno avuto posizioni filo-russe.
Non in maniera così diffusa come la Lega, ma che ci siano state forze in tutta Europa che hanno ammiccato a Putin è un dato di fatto. Ed è stato un enorme errore. Che in Russia non ci sia rispetto per i diritti civili, che si pratichi la repressione del libero pensiero, che ci sia un atteggiamento anti-democratico, non era un mistero. E c’erano anche le avvisaglie dei piani espansionistici di Putin, lo abbiamo visto con la Georgia e la Crimea. Quindi, sì, c’è stata una sottovalutazione anche se una reazione di tale gravità da parte di Putin non era immaginabile.
In consiglio regionale Ciambetti, in linea con Salvini, si è detto dubbioso sulla scelta di fornire armi agli ucraini.
Di fronte a questa invasione c’erano tre vie: un intervento militare diretto, sanzioni economiche pesanti oppure disinteressarci di tutto. Escludendo la terza, visto che quella messa in atto da Putin è una guerra al cuore dell’Europa davanti alla quale non ci si può girare dall’altra parte, a meno di voler essere corresponsabili, rimangono le altre due. E l’intervento militare diretto va evitato in ogni modo. L’obiettivo deve essere fermare la guerra. Per farlo dobbiamo insistere con le sanzioni e nel contempo fornire agli ucraini gli strumenti per potersi difendere da un attacco folle e criminale. L’altra cosa da fare è accogliere gli ucraini che scappano dalla guerra.
Le sanzioni, sacrosante, rischiano però di mettere in difficoltà imprese e famiglie.
Su questo concordo con Ciambetti: su alcuni Paesi le conseguenze delle sanzioni peseranno di più, l’Italia è tra questi, e l’Europa deve farsi carico di riequilibrare l’impatto. Detto questo, anche il governo deve intervenire in maniera diretta alleviando il costo delle bollette per imprese e famiglie. E questo è un intervento immediato che deve essere messo in campo. Ma non basta, ci vuole una strategia di medio periodo: noi europei dobbiamo, insieme, creare l’unione dell’energia per comprare gas e altre fonti a prezzi più bassi.
Ma le sanzioni bastano per fermare Putin? Non c’è il rischio che dopo l’Ucraina si spinga nei Paesi baltici?
I Paesi baltici sono nella Nato, un’aggressione porterebbe a un intervento diretto. Non credo arriverà a questo: pensava che la guerra in Ucraina sarebbe stata rapida e invece gli sta costando molto.
C’è chi giustifica la Russia dicendo che le colpe sono della Nato e degli Usa.
No, guardi, non ci deve essere spazio per i distinguo e le giustificazioni. Abbiamo un Paese che sta aggredendo un altro Stato sovrano, che sta bombardando i civili, che ha fatto fuoco su una centrale nucleare. C’è un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina.
A proposito di questo, Ciambetti ha detto che quando guardava i film western pensava che i buoni fossero da una parte e i cattivi dall’altra, ma che poi ha capito che la verità non era da una sola parte.
Quando ero giovane io i film western erano passati di moda, ma in quelli che ho visto io non avevo dubbi sugli aggressori e gli aggrediti.