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Cloe Bianco, l’insegnante del veneziano che aveva scelto sette anni fa di vivere il proprio orientamento sessuale, si è tolta la vita. Il suo corpo è stato ritrovato carbonizzato nei giorni scorsi. Un epilogo tragico, giunto al termine di una vicenda costellata da discriminazione, isolamento, intolleranza con coloriture politiche e ideologiche. Un fatto che ha sollevato un dibattito politico anche aspro, soprattutto riguardo le esternazioni taglienti che, oggi come allora, hanno visto per protagonista l’assessore regionale alle pari opportunità, Elena Donazzan.

Il nostro capogruppo, Giacomo Possamai, ha a questo proposito evidenziato come “le parole sono pietre ed è ancora più vero per chi ricopre cariche istituzionali. La transfobia non può avere cittadinanza tra chi amministra la cosa pubblica, ma va sconfitta alla radice anche nella società. La storia di Cloe Bianco non può essere dimenticata”.  Da parte sua, Francesca Zottis ricorda le “drammatiche, ultime parole di Cloe, che parla di libera morte. Un epilogo di disperazione e solitudine per una libertà di scelta di vivere il proprio orientamento sessuale che è stata osteggiata in modo brutale, come accadde agli esordi della sua vicenda. Questa storia ci dice una volta per tutte che il tempo delle riflessioni è terminato: sul fronte dell’identità di genere la politica non può assecondare le fazioni retrograde e oscurantiste ma agire, dando respiro ad una cultura del rispetto delle libertà, proteggendole in modo totale da ogni sopraffazione”.

E proprio sul fronte delle proposte, la vice capogruppo Vanessa Camani richiama al fatto che “affinché non accada mai più un altro dramma dell’isolamento sociale e della solitudine in cui Cloe è stata confinata, serve dare concretezza alla legge regionale 22 del 1993 (di attuazione alla normativa 164/82 ‘in materia di rettificazione di attribuzione di sesso’) garantendo servizi e supporti anche psicologici per le persone affette da disforia di genere e per le loro famiglie. Al contempo, si deve intervenire per assicurare protezione, pari dignità e rispetto sui luoghi di lavoro. Bisogna varare misure specifiche che questa tragedia, consumatasi tutta in Veneto, esige senza esitazione alcuna”.