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Oggi è la Giornata mondiale dell’acqua.
Un appuntamento che ci ricorda l’importanza essenziale di questo bene e la necessità di farne un uso intelligente e rispettoso. Ancora oggi sono 2 miliardi le persone che vivono senza accesso all’acqua potabile e ben 4 quelle che ne sperimentano una grave carenza per almeno un mese l’anno. I cambiamenti climatici hanno aggravato il quadro e anche in Veneto gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Pensiamo solo a questi ultimi mesi di totale assenza di piogge, con siccità e corsi d’acqua come il Po che sono in secca.
Eppure questa non è stata una giornata all’insegna del rispetto ambientale. Perchè si è registrata in aula l’approvazione di una legge sbagliata, assolutamente fuori dal tempo, che ha di fatto smantellato la norma, votata all’unanimità appena due anni fa, che eliminava le bottigliette di plastica monouso dagli uffici pubblici e promuoveva l’installazione di erogatori di acqua alla spina collegati alla rete idrica. Con le modifiche approvate oggi non solo si lascia la totale discrezionalità agli enti locali se installare o meno erogatori alla spina, ma viene anche eliminato il divieto di rinnovare alla decadenza tutti i contratti con le ditte proprietarie dei distributori automatici di acqua in bottiglia.
L’Italia oggi è primo produttore di materiale in plastica, con quasi quattro mega tonnellate l’anno, ed è anche il Paese europeo con il maggior consumo pro-capite di acque minerali (172 litri annui), che nella stragrande maggioranza sono imbottigliate in contenitori di plastica (Pet). Per smaltirli, le Regioni spendono più di quanto incassano dai canoni di concessione di sfruttamento delle fonti. Per fabbricare una bottiglietta di Pet, imbottigliare l’acqua, trasportarla e tenerla al fresco, serve un’energia pari a circa duemila volte quella necessaria per ottenere la stessa quantità da un rubinetto collegato all’acquedotto. Dovremmo far passare il messaggio che l’acqua di rubinetto è buona ed è più controllata e garantita di quelle minerali. E invece si fa il contrario.