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“Sono profondamente delusa per questa bocciatura della legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Il Veneto aveva l’occasione per porsi all’avanguardia e di dare un segnale forte, di cambiamento rispetto ad un immobilismo che vede comunque il Parlamento primo responsabile. Sono state tradite le attese e le speranze di tanti cittadini che nella nostra regione hanno sottoscritto questa proposta e soprattutto di chi vive sulla propria pelle una condizione di sofferenza insopportabile”.

Il giudizio è della capogruppo del PD Veneto, Vanessa Camani.

“Come PD abbiamo sostenuto convintamente questa proposta. Emerge il dato politico relativo al fatto che le parole e le indicazioni del presidente Zaia siano cadute nel vuoto da parte di oltre la metà della sua maggioranza: una spaccatura profonda che non può essere giustificata dalla libertà di coscienza e che sta alla base dello stop alla legge. Al tempo stesso siamo molto dispiaciuti per il voto espresso dalla consigliera Bigon, alla quale abbiamo riconosciuto piena legittimità e libertà. Detto ciò, il rammarico sta nel fatto che la consigliera, pur consapevole che il suo voto avrebbe fatto da ago della bilancia, cosa che le è stata ricordata, non abbia optato per una scelta diversa. Dimostrando così un atteggiamento non rispettoso e che acuisce le distanze all’interno del gruppo”.