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“A distanza di cinque mesi dalla nostra richiesta, la documentazione fornita dai dirigenti è decisamente parziale e impedisce di poter fare una valutazione oggettiva su quanto successo. Dobbiamo dare risposte ai veneti e abbiamo bisogno di tutto il materiale con celerità, altrimenti questa Commissione perde valore”. A denunciarlo, in una nota congiunta, sono le consigliere di opposizione presenti nella Commissione speciale di inchiesta Covid-19 Anna Maria Bigon, Vanessa Camani (Partito Democratico), Erika Baldin (Movimento Cinque Stelle) ed Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che hanno inviato una lettera all’Ufficio di Presidenza. “Vogliamo concludere i lavori dando voce a tutte le forze sociali coinvolte nella lotta alla pandemia, ma con oggettività e cognizione di causa”.

“La prima richiesta risale al 7 ottobre e ad oggi è arrivata soltanto la documentazione inviata dalla dottoressa Francesca Russo dove però mancano i dati di mortalità relativi alla seconda ondata sia in valore assoluto che per l’incidenza percentuale su popolazione, per pazienti assistiti in terapia intensiva e al di fuori della terapia intensiva, evidenziando i decessi a domicilio e nelle Rsa. Dopo cinque mesi siamo costrette a sollecitare, per l’ennesima volta, un report specifico ed esauriente. Anche per quanto riguarda la richiesta trasmessa alle Ulss sulla ricognizione di posti letto in area medica e in terapia intensiva e dei dispositivi, la documentazione pervenuta non è assolutamente rispondente. I dati sono fondamentali per consentirci di adempiere al nostro compito: accertare cause ed eventuali responsabilità che hanno influito sull’andamento della pandemia e in particolare sull’aumento dei contagi e dei decessi nella seconda ondata, anche per evitare che possa ripetersi un evento tanto drammatico. Finora però ogni nostro appello è rimasto inascoltato, rischiando così di svuotare il senso della Commissione, voluta all’unanimità da tutto il Consiglio”.