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“Da parte dell’assessore Donazzan è arrivata oggi in aula una conferma: la Regione del Veneto non vuole garantire diritti, tutele e dignità alle persone impegnate in un percorso di transizione di genere”.

A dirlo la consigliera regionale del PD Veneto, Vanessa Camani, prima firmataria dell’interrogazione discussa oggi e che aveva al centro il caso della professoressa transgender Cloe Bianco, sospesa dal servizio dopo il suo coming out e morta suicida nel camper in cui viveva.

“Finalmente, a distanza di mesi da quella dolorosa vicenda, fatta di discriminazioni e mancate tutele, l’interrogazione è stata affrontata in aula. Ma la risposta dell’assessore è stata desolante. In primo luogo non abbiamo avuto alcuna assicurazione sull’intenzione di dare piena applicazione alla legge regionale 22/93 che prevede l’assistenza sanitaria e psicologica per le persone transessuali. Una legge approvata dal Consiglio e che dal 1993 non viene applicata per chiara scelta politica. Una lesione gravissima del diritto delle persone che scelgono un percorso di transizione e la negazione altrettanto grave del compito istituzionale di applicare le leggi”.

In aula Camani ha evidenziato che “l’assessore non è adeguata nell’affrontare questioni delicate come questa, che toccano direttamente la vita delle persone. C’è indubbiamente un piano operativo, che riguarda la necessità di mettere a disposizione servizi opportuni, ma c’è anche un piano politico e culturale, rispetto al quale le istituzioni dovrebbero adoperarsi attivamente per contrastare discriminazioni e violenze. Anche su questo la Donazzan ha dato risposte gravemente inadeguate: pensare che possa bastare, per svolgere questa funzione, l’attività della Commissione regionale per le Pari opportunità e della Consigliera di parità, esprime tutta la dimensione dell’inadeguatezza. Discriminare le persone per la loro identità di genere o per qualsiasi altro elemento della loro identità sessuale, non riconoscerne la dignità, non contribuire a costruire una società più inclusiva, sono comportamenti inaccettabili. E ciò vale anche per quelle istituzioni che, di fronte a questi fatti, si girano dall’altra parte”.