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“Questa bocciatura è gravissima perché anche di fronte ai dati incontestabili di un Veneto che continua imperterrito a consumare suolo, questa Giunta si rifiuta di procedere con una revisione delle normative in materia, come avevamo richiesto con il nostro emendamento”.

A dirlo il consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, primo firmatario di un emendamento alla Nota di aggiornamento al DEFR, sottoscritto da tutto il gruppo dem, che chiedeva di rivedere le leggi regionali 14/2007 sul consumo di suolo e 14/2019 inerente all’ultimo piano casa.

“Il Veneto conta più di 92mila capannoni industriali, situati in 5.679 aree produttive (per 41.300 ettari di terreno) che occupano il 18,4% della superficie consumata. Significa che in questa regione, dove vivono circa 5 milioni di persone, esiste un capannone ogni 50 abitanti. Il presidente Zaia ha dichiarato, in occasione della presentazione del suo libro, che il Veneto di oggi è molto diverso da quello che gli hanno dato in mano: è vero, ma in negativo. Perchè da quando guida questa Regione abbiamo consumato, in modo vertiginoso, migliaia e migliaia di ettari di campi veneti rubati all’agricoltura alla biodiversità. Basti pensare alla Pedemontana: mille ettari solo per questa grande opera, senza contare le migliaia di ettari cementificati dai capannoni, che ormai sono 90 mila in tutto il Veneto, 11 mila dei quali vuoti. Attualmente in veneto c’è un capannone ogni 50 cittadini quando, tanto per fare un altro paragone, abbiamo un medico di base ogni 1500 persone”.

L’esponente dem prosegue evidenziando che “nonostante l’assessore Calzavara ci accusi di vedere il Veneto messo male, sono i numeri che parlano. È L’Ispra che ci dice che siamo i peggiori. Ecco perché questa bocciatura è gravissima: noi chiedevamo solo la presa d’atto che le attuali normative, così come sono fatte, sono inutili per bloccare il consumo del suolo. E questo era il momento in cui, concretamente, doveva esserci questa consapevolezza da parte della Giunta. Tra l’altro, stiamo aspettando dal 7 aprile scorso il Pdl n.64 che, approvato dalla commissione Ambiente, è poi scomparso dai radar: si tratta di una prima presa d’atto del fallimento della legge sul consumo di suolo che, seppure a buoi scappati, tenta di rimediare molto timidamente alla selvaggia nascita dei capannoni in Veneto. Perché sette mesi di attesa? Non vorrei che questo ritardo fosse dovuto alla scelta di non disturbare chi sta progettando altri capannoni in questo Veneto già martoriato. Altro che noi pessimisti: è questo governo regionale che dimostra di ignorare la gravità della situazione e che dovrebbe ricordare cosa diceva il poeta Andrea Zanzotto in merito al consumo del suolo in Veneto: ‘siamo passati dai campi di sterminio allo sterminio dei campi’ “.