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“L’esposto presentato dalle organizzazioni sindacali nel 2018, sulla base del quale sembra aver preso avvio l’indagine dalla quale è emerso che quasi 2.000 lavoratori venivano pesantemente sfruttati all’interno dei cantieri navali veneziani, era stato inviato per conoscenza anche al Presidente della Regione Luca Zaia, oltre che al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Ma da questi non è arrivato alcun riscontro”.

A dirlo, attraverso un’interrogazione depositata oggi e sottoscritta anche dai colleghi Zanoni e Montanariello, è la consigliera regionale dem Vanessa Camani.

Nell’evidenziare che “tra i rinviati a giudizio compaiono due consulenti del lavoro attualmente indagati anche per affiliazione al presunto clan dei Casalesi di Eraclea”, la consigliera punta l’indice sulla “grave assenza di intervento che era doveroso mettere in campo da parte delle nostre istituzioni. Il plauso di Zaia per chi ha condotto l’indagine, benché doveroso e giusto, è tuttavia insufficiente rispetto alla grave situazione di degrado e illegalità diffusa , a partire dal lavoro sfruttato, presenti da tempo nei nostri territori. Il presidente non ritiene serva davvero un ruolo più incisivo da parte della Regione per contrastare fenomeni di sfruttamento del lavoro nel proprio territorio? Vogliamo inoltre sapere se verrà valutata l’opportunità di costituzione di parte civile della Regione nel procedimento giudiziario in corso. E chiediamo quali azioni siano state messe in campo dal 2018 ad oggi per tutelare i lavoratori dei cantieri navali, a seguito dell’esposto inviato dalle organizzazioni sindacali”.