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Di fronte alla rielezione di Sergio Mattarella c’è una cosa da dire, prima di tutte le altre. Ed è il più sincero e sentito “grazie” ad un uomo che, ancora una volta, ha dimostrato di mettere gli interessi dell’Italia prima di ogni altra cosa. Con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini anche quando avrebbe legittimamente potuto dire “no, grazie”. E se non è questo a renderlo un Presidente di cui andare fieri, non so cos’altro potrebbe essere. Con lui possiamo certamente sentirci al sicuro e il Paese potrà proseguire il percorso intrapreso con Mario Draghi senza inciampi. Cosa che, ora come ora, avremmo pagato a caro prezzo.

Ma non ci devono essere trionfalismi. L’intesa trovata sul chiedergli un secondo mandato è un segno lampante e preoccupante della difficoltà della politica nell’individuare una figura nuova all’altezza del ruolo. Ma è anche l’evidente sconfitta della linea di chi voleva fare il kingmaker ed eleggere un Presidente della Repubblica a colpi di maggioranza: fare di testa propria e chiudersi al dialogo, mentre si cerca di eleggere il nuovo capo dello Stato, è miope e non poteva portare a nulla se non al caos di questi giorni.

Giacomo Possamai – Grande elettore