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“Lo denunciamo da mesi e mesi: il sistema veneto che si occupa della violenza contro le donne è a rischio, a causa dei requisiti minimi imposti dall’intesa Stato-Regioni del settembre 2022 e validi per l’inserimento dei centri antiviolenza e delle case rifugio tra gli enti riconosciuti e meritevoli di sostegno economico. Il prossimo marzo l’intesa entrerà in vigore, eppure dall’assessore Lanzarin non trapela ombra di soluzione che consenta a molte di queste realtà di proseguire un’attività che è indispensabile per tutelare le donne, soprattutto in questa stagione che ha visto il Veneto scenario di terribili vicende”.

La presa di posizione è della consigliera regionale del PD Veneto, Chiara Luisetto, prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta dai colleghi dem Camani, Bigon, Zottis e Zanoni.

“Lunedì prossimo è stata peraltro convocata dal ministro Roccella una riunione dell’Osservatorio sulla violenza nei confronti delle donne, segno che il tempo stringe ed è necessaria la massima chiarezza sui destini della rete di sostegno. Non sono accettabili ulteriori inerzie e lentezze che lasciano nell’incertezza chi opera nel territorio. Per questo chiediamo all’assessore Lanzarin di dirci con urgenza quale sia lo stato delle interlocuzioni ai diversi livelli, nazionale e regionale, per scongiurare la chiusura di numerosi Centri Antiviolenza e Case Rifugio del Veneto. Ricordiamo che Il requisito più critico è rappresentato dall’obbligo di dotarsi di un numero telefonico dedicato per garantire la reperibilità ‘h 24’ e 7 giorni su 7. Una condizione che al momento metterebbe fuori gioco la stragrande maggioranza delle strutture territoriali indispensabili per garantire protezione alle donne vittime di violenze. Fare chiarezza è doveroso”.