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“Non solo la legge sugli Ambiti Territoriali Sociali, le nuove realtà attraverso le quali verranno gestiti i servizi sociali dai nostri Comuni, arriva con un ritardo di 23 anni, ponendo il Veneto come ultima Regione ad approvarla. A gravare sul provvedimento ci sono nodi importanti che da un lato non garantiscono risposte certe alle tante fragilità e ai bisogni dei cittadini e dall’altro rischiano di scaricare decisioni dall’alto e pesanti costi sui Comuni”.

A sollevare la questione è la Consigliera regionale del Pd Veneto, Chiara Luisetto.

“Ad oggi il testo di legge prevede lo stanziamento di appena 80 mila euro per ciascuno degli ambiti e la proposta della Giunta è di dar vita ad ambiti da 270 mila abitanti. Mentre le indicazioni nazionali parlano di dimensioni ottimali attorno ai 100 mila abitanti, noi avremo dunque aree grandi più del doppio. Una combinazione che renderà impossibile pagare il personale, i costi di gestione delle strutture amministrative e che non permetterà alle assistenti sociali di occuparsi appieno dei servizi sul territorio. Basti pensare che altre Regioni sostengono con decine di milioni la gestione associata. Ad esempio, l’ultimo finanziamento dell’Emilia-Romagna è di 20 milioni di euro contro i 2 stanziati dal Veneto. Insomma, allo stato attuale, è davvero difficile immaginare un servizio efficiente e di prossimità. Serve dunque introdurre, prima di arrivare all’approvazione definitiva della legge, una serie di modifiche sostanziali”.

Luisetto quindi evidenzia che “un’altra grande preoccupazione è relativa al ruolo dei privati: riteniamo che l’ambito del Sociale debba rimanere nelle mani dei Comuni che hanno titolo a programmare e fare scelte strategiche per i propri territori. Questo testo invece non offre le sufficienti garanzie sulla pianificazione autenticamente pubblica dei servizi che verranno erogati. Cosa che non possiamo accettare e su cui faremo un forte pressing istituzionale prima del voto finale”.